PCI Lucca Versilia alla AUSL: “Due obiettivi per Presidio Ospedaliero Versilia: Urologia e Laboratorio antiblastici”


Gentile Direttrice 

in diverse occasioni abbiamo manifestato le nostre preoccupazioni sulla possibilità-capacità del Servizio  Sanitario Nazionale di far fronte all’emergenza della pandemia, senza per questo mai banalizzare le difficoltà  che la situazione poneva e gli sforzi che questo avrebbe richiesto per la classe dirigente. Abbiamo per tempo segnalato la necessità di lavorare per il potenziamento ed una migliore organizzazione dei  Dipartimenti di Prevenzione e della Medicina di Comunità, presidi indispensabili per attuare correttamente ed  in modo razionale una politica sanitaria efficiente, “in tempo di pace e a maggior ragione in tempo di guerra”.  Ma tristemente abbiamo dovuto riscontrare che quasi niente è stato fatto. 

Abbiamo ricordato la necessità di organizzare in modo compiuto la campagna vaccinale antinfluenzale ed  abbiamo dovuto assistere ad un’organizzazione tanto sciatta quanto fallimentare a tal punto da lasciare scoperti  fino ad oggi soggetti a rischio. Che altro si può dire? 

D’altra parte siamo ben coscienti, e l’abbiamo sottolineato in più occasioni, che gli effetti cui oggi assistiamo a  tutti i livelli sono il risultato di un fallimento delle politiche dei governi degli ultimi vent’anni, colpevoli di  avere preferito il Mercato alla Stato, ai quali si sommano, a livello regionale, gli effetti di una scelta errata che  nello stesso solco ha imposto la riorganizzazione del SSR. Fatto questo che, per chi voglia guardare al di là  delle millantate “ottimizzazioni”, ha penalizzato gravemente la qualità del sistema e delle condizioni di lavoro  per il personale sanitario condannato a vivere un clima ostile, nel quale a mano a mano è venuta meno la cura  e l’attenzione per i loro stessi diritti e per la loro stessa la sicurezza. 

Tardiva anche se incoraggiante la riflessione che il Ministro della Sanità ha affidato in questi giorni ad  un’intervista a La Repubblica dove invoca una politica capace di invertire il paradigma che ha visto fino ad  oggi trattare la Sanità al pari di una merce, una politica che si incammini verso un nuovo socialismo; ma  questa è al momento solo Speranza. 

E quindi oggi, mentre assistiamo agli effetti della debacle di un Sistema aggredito e smantellato in anni e anni  di politica neoliberista, miope e colpevole, nel duro passaggio che contraddistingue questa fase che perdura e  in attesa che prendano vita nuovi e ben diversi atteggiamenti per una ricostruzione del SSN,ci preoccupiamo  di quanto ci è più prossimo in modo tale da scongiurare che l’impoverimento, per usare un eufemismo, della  nostra sanità locale continui nelle nebbie della pandemia. 

E così poniamo l’attenzione su due questioni che sono all’ordine del giorno della Sanità versiliese e alla portata  di decisioni possibili.  

Innanzitutto il destino della UOC Urologia, nel momento in cui la sua Direzione si rende vacante. L’eccellenza  di questa disciplina chirurgica, risultato di positivi investimenti cultuali e materiali e non già del caso, è certo  legata anche al fatto che fosse presente un Direttore in loco e non un “pendolare” tra analoghe strutture  distanti, e non solo territorialmente, pratica purtroppo sempre più in uso, che ha penalizzato molte altre  branche specialistiche, dimostrando tutta la sua inadeguatezza gestionale. Per questo non possiamo che  ribadire l’assoluta importanza di garantire la massima attenzione a questa delicata fase di passaggio, e chiedere  che la UOC Urologia rimanga tale con una propria, quanto autorevole Direzione. 

E quindi il Laboratorio Antiblastici; caso “raffreddato” durante la campagna elettorale, caduto in un pericoloso  dimenticatoio, dal quale non vorremmo che riemergesse trasferito in altra sede, così come paventato.  Ribadiamo come sia indispensabile che laddove si somministrino terapie oncologiche infusionali sia presente  un laboratorio dedicato, che garantisca qualità delle preparazioni e del loro trasporto all’altezza e nel rispetto 

della sicurezza dei lavoratori, delle lavoratrici, delle e dei pazienti. In questa direzione chiediamo quindi che si  indirizzino le scelte. 

Molte e ben altre sono le cose che dovranno tornare al loro posto e che dovranno trovare adeguata risposta nel  panorama sanitario. Per questo attendiamo vigili che il neo Presidente Giani dopo aver addirittura giudicata,  durante la campagna elettorale, la riforma voluta dalla Giunta Rossi necessaria di aggiustamenti (!!!) possa  dare un segno significativo in questo triste panorama; nella speranza che ciò invece non si trasformi nella  beffa che si aggiunge al danno ormai compiuto. 

E in tutto questo è ancora più doloroso osservare che insieme alla colpevole insipienza della politica di  governo e della classe dirigente, spesso solo sua diligente pedina, si accompagni l’assenza di una base sociale  che rivendichi il Servizio pubblico come valore irrinunciabile. Ma questi sono i mali del nostro tempo con i  quali dobbiamo confrontarci e contro i quali siamo impegnati a lottare. 

Ringraziandola per l’attenzione porgiamo distinti saluti 

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