Sede PAM di Viareggio – Lettera aperta.


Viareggio, 28/20/2020

In Italia il decennio appena trascorso, grazie ad una politica del lavoro spregiudicata quanto stolta, è stato contrassegnato da gravi e purtroppo non sporadici episodi di spoliazione del territorio di siti produttivi e commerciali, la classe padronale adducendo quale motivazione la non competitività sul mercato, sia esso nazionale che estero. Dissentiamo profondamente da questa lettura dei fatti, riconducendo piuttosto le cause di simili scelte, legittimate da normative scellerate, ad una concezione neoliberista che la classe imprenditoriale ha fatto propria. E’ in questo contesto che maturano i fatti dei quali intendiamo parlare, negli aspetti più puntuali e specifici.

Seguiamo la vicenda PAM dal 2018 quando già si intravedevano segni di una dismissione silenziosa della sede di Viareggio, accompagnata da una improvvida “non politica” dell’Amministrazione comunale sul terreno dell’economia locale.

Nell’estate di quell’anno, rivolgendoci appunto al Sindaco, indicavamo come non potesse essere considerato un successo il nuovo insediamento commerciale che si stava realizzando nell’ex Area Montecatini proprio perché, oltre a determinare perdita identitaria del territorio urbano in quanto promozione di un “non luogo”, avrebbe contribuito ad affossare l’economia del centro storico sottraendo proventi agli esercizi lì presenti (e non solo) e determinando un ulteriore impoverimento del tessuto commerciale esistente in città.

Accanto a questo registravamo una mancanza di volontà di investimento da parte del marchio PAM; ci auguravamo che l’Amministrazione, anche sula base delle nostre indicazioni, potesse diventare interlocutrice con l’Azienda per sollecitare soluzioni plausibili e comprenderne infine le reali intenzioni.

Se così fosse stato, ma di fatto l’Amministrazione è rimasta latitante così come lo è stata con molte altre questioni, si sarebbe potuto evitare il grave “scivolone” del Consiglio Comunale quando ha approvato il “disinteressato” disegno di restyling urbano proposto dalla PAM, e la città si sarebbe risparmiata le tardive quanto inutili prese di posizione del Sindaco.

L’atteggiamento assunto oggi dal Marchio PAM, pur mantenendosi sicuramente nei limiti previsti da una fiacca normativa, è venuto meno al rispetto dell’etica del lavoro, dei lavoratori – trascurando peraltro, per quanto dato sapere, un debito confronto con le forze sindacali – e della città, mostrandone al contempo il profondo cinismo.

Accanto all’indignazione politica si affianca il profondo dispiacere per la delusione e l’amarezza che un simile atteggiamento ha prodotto nei lavoratori, che dovranno peraltro affrontare un forzato ricollocamento; siamo preoccupati infine per il destino dell’area per la quale potrebbero essere offerte “soluzioni” ancora una volta lontane dai veri bisogni della città.

Riteniamo che occorra ripercorrere le strade dalle quali siamo venuti per ritrovare il senso di una coscienza di classe che sola può restituire dignità e vigore ai lavoratori e al lavoro ed impedire il ripetersi di gravi fatti quali quelli a cui stiamo assistendo.

per la Segreteria PCI di Viareggio

Paolo Annale

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