Sul patricinio dell’ambasciata Israeliana a Lucca Comics


In merito al patrocinio concesso dall’ambasciata israeliana all’evento Lucca Comics, gli organizzatori hanno preso posizione ufficiale sulla loro pagina web, riassumendo i sentimenti che animano la manifestazione, che si dice essere luogo di inclusione. In particolare colpisce il riferimento ai valori guida: rispetto, comunità, inclusione e partecipazione. Valori positivi.

I patrocini, soprattutto quando come in questo caso non siano ricercati per ottenere finanziamenti (pratica poco elegante ma legittima anche questa), hanno il significato di mostrare che figure, enti e istituzioni di alto profilo morale apprezzano e condividono i valori che sono al fondamento di un evento o di una manifestazione. Si pensi all’ambito patrocinio della Presidenza della Repubblica.

Dunque il patrocinio di Israele; discutibile ieri, inconcepibile oggi. Aver preso in considerazione l’idea di recedere, come si può leggere nella nota, mostra senso di responsabilità; aver poi deciso di non farlo, ritenendo che questo sarebbe stato un atto poco responsabile nei confronti delle istituzioni e delle realtà che fanno parre del loro ecosistema, lascia smarriti.

Ci domandiamo se per non tradire le supposte aspettative sia possibile accettare la violenza inaudita, la cieca vendetta che lo Stato di Israele sta barbaramente mettendo in atto, per rimanere solo all’oggi; non ci pare che ciò sia un valore positivo, tantomeno per uno Stato che si dice l’unica democrazia del medio oriente. Era questo che si aspettavano le istituzioni e le realtà dell’ecosistema di Lucca Comics & Games?

Non possiamo dunque che invitare gli organizzatori a ripensare la propria scelta che, giusto per eliminare dubbi di sorta, non significa in nessun modo non accogliere con un forte sentimento di inclusione gli artisti israeliani.

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