Cocciniglia tartaruga: avviare un monitoraggio per tutelare le nostre pinete.


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Lettera della Federazione di Lucca e Versilia del PCI inviata al Presidente e all’Assessora all’Ambiente della Regione Toscana, al Presidente del Parco Migliarino S. Rossore Massaciuccoli e ai sindaci della Versilia.

OGGETTO: Patrimonio arboreo e prevenzione

la tutela del patrimonio ambientale trova motivazioni diverse e diversamente articolate, passando da un  bisogno di creare le condizioni per una ritrovata sintonia individuale con la natura alla necessità, ormai improcrastinabile, di utilizzare le risorse naturali con il dovuto rispetto, se si vogliono arginare i gravissimi danni, e prevenirne di peggiori, che una visione antropocentrica del pianeta e del suo sfruttamento ha già prodotto in modi, almeno in parte, irreversibili.

In questo contesto si innesta la tutela del patrimonio verde, dei boschi e dei parchi, naturali o urbani, che trova a suo sostegno anche motivazioni culturali radicate a territori di cui sono espressione ed elementi identitari.

Sebbene la Costituzione preveda e si prefigga la tutela e la salvaguardia del patrimonio naturale e paesaggistico, ed esistano normative specifiche che vanno in questa direzione, è ancora molto lontana la consapevolezza della necessità di dare un senso compiuto a tali fondamentali precetti;  d’altra parte al comune sentire non appartiene ancora il bisogno di proteggere tale ricchezza, spesso vista al contrario, oltre che impedimento per realizzare i propri desideri, come un vero freno per lo sviluppo economico, complice una concezione neoliberista del mondo alla quale ci opponiamo recisamente.

Come forza politica riteniamo d’altro canto che le politiche di salvaguardia e di tutela delle risorse ambientali e paesaggistiche siano, oltre che una doverosa attuazione del dettato costituzionale ed osservanza delle norme di legge, una dovuta forma di rispetto nei confronti delle giovani generazioni nonché un elemento di sviluppo e di rilancio dell’economia, compresa quella occupazionale. Il paesaggio, nella sua accezione più ampia, costituisce infine un vero bene comune, dal valore inestimabile, e garantisce anche  quella bellezza che, sottratta a logiche di mercato, si offre senza limiti nel riscatto di quanti  a questa non possono avere accesso.

Purtroppo anche laddove non si realizzino specifiche spinte distruttive, la tutela del patrimonio verde stenta ad essere esercitata in modo appropriato sotto il peso di indifferenza, disattenzione e ritardi anche da parte delle stesse Amministrazioni che dovrebbero averne cura attraverso la verifica e l’intercettazione preventiva di possibili cause di danno.

Parlando di patrimonio verde il pensiero corre obbligatoriamente alle specie arboree che, oltre ad offrire bellezza, costituiscono uno dei più importanti “strumenti” a garanzia dell’assetto idro-geologico  del territorio, del mantenimento della qualità dell’aria e non solo. Al contrario proprio gli alberi, complici varie condizioni di inquinamento e attacchi di diverse specie nocive (entomologiche e non), negli ultimi decenni sono state vittime di gravissimi danni, oggi ben visibili nei nostri territori.

La lista è davvero lunga, a partire dagli effetti dell’azione dei componenti fitotossici (in particolare i tensioattativi dei detergenti) nell’aerosol marino, che già negli anni ’80 danneggiavano le pinete costiere, agli attacchi della Corythucha ciliata say che hanno danneggiato i platani, poi attaccati in modo drammatico dal cancro colorato provocato dal fungo ascomicete Ceratocystis platani.

Arrivando a tempi più recenti il punteruolo rosso (Rhynchophorus ferrugineus) ha compromesso in modo consistente il patrimonio di palme di molte città rivierasche italiane, segno sapiente di interventi di giardinaggio architettonico iniziati già dalla seconda metà del XIX secolo. In tempi altrettanto recenti, ed è ancora cronaca attuale, abbiamo assistito all’attacco degli olivi da parte di Xilella fastidiosa, batterio gram negativo che vede come vettori insetti della classe delle Cicadellidae. E ancora giungendo ai nostri giorni e ai nostri lidi, l’infestazione da parte di Matsococcus feytaudi, cocciniglia del pino marittimo, che ha letteralmente distrutto gran parte degli esemplari di Pinus pinaster delle fasce costiere, così come quelle presenti nelle aree del Parco Migliarino San Rossore Massaciuccoli.

In tutti i casi gli effetti sono stati massicci, gravi sotto il profilo ambientale, paesaggistico ed economico, anche se in diverso grado e in diversa misura. Poteva essere fatto qualcosa per prevenire tutto ciò?

Per quanto sia complesso esercitare un controllo preventivo, e non sempre i risultati di questo esercizio siano certi, in molti di questi casi riteniamo che si sarebbe potuto fare di più.

Per questo esistono i Servizi Fitosanitari che hanno proprio lo scopo di monitorare lo stato di salute del patrimonio arboreo ed intercettare eventuali possibili agenti dannosi per segnalare il pericolo e indicare, laddove esistano, le tecniche che consentano di esercitare interventi preventivi, di cura e verifica dei risultati.

E veniamo dunque alla nuova  minaccia.

Già da qualche anno è stata segnalata in Italia la presenza di un insetto esotico, la Cocciniglia tartaruga (Toumeyella parvicornis ) parassita del pino domestico (Pinus pinea). Sembra ormai certo che questo insetto abbia fatto il suo ingresso n Campania e stia interessando già il territorio laziale dove la sua presenza crea forti apprensioni a Roma. Il pino domestico è certamente  un’essenza che, oltre al ruolo di pianta da frutto, costituisce elemento di alto valore storico e culturale, di grande rilievo nel panorama verde nazionale e ancora di più della nostra Regione.

Sarebbe davvero grave se tale patrimonio fosse intaccato, se l’agente infestante  potesse giungere sul nostro territorio senza che si fossero adottate tutte le misure necessarie per il suo controllo.

A questa emergenza è stata dedicata molta attenzione da parte del Comitato Fitosanitario Nazionale che ha istituito un apposto gruppo di lavoro per l’elaborazione di apposite linee guida per il suo controllo.

Preoccupati dunque per i possibili effetti di una tale minaccia sul nostro territorio  chiediamo che la Regione, attraverso i propri organi  dei quali conosciamo capacità e competenze, sia garante dell’avvio di una campagna di monitoraggio che segua l’andamento del fenomeno prima che da semplice minaccia si trasformi in un reale elemento di danno per il nostro patrimonio ambientale, culturale, paesaggistico, reale bene comune.

Viareggio, 15 febbraio 2021

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